La visita al museo del mare
Qualche giorno prima di partire per Genova, papà ci ha detto che mentre aspettavamo la nave saremmo andati al museo del mare.
Il piano terra
Così dopo qualche giorno eravamo nel centro commerciale del porto. Verso le 14.20 ci siamo incamminati verso il museo del mare; che era distante circa 1,5 chilometri. Dopo circa mezz’ora siamo arrivati al museo: è alto,con degli archi che si trovano al primo piano con un colore giallastro. Appena siamo entrati sotto una tettoia c’è un bar e la biglietteria. Dopo aver preso i biglietti per il sommergibile e il museo siamo entrati. Le prime stanze erano con le pareti nere con dei quadri di Genova del 500′ e delle postazioni multimediali. Nell’ultima stanza ci sono dei pezzi originali di un albero maestro di una nave, di un ancora e un modellino di “cicogna”: uno strumento utilizzato dai genovesi per pulire il fondale del porto.
successivamente andammo nelle altre stanze dedicate a Cristoforo Colombo e alle sue navi che sono state riprodotte in scala. Nella penultima stanza di questo piano, c’è una riproduzione di una galea genovese del 600′; la cosa bella di questa nave è quella che ci sono due postazioni, in cui scegli di essere o uno schiavo, o un forzato o un buona voglia, quindi in base a chi sceglievi la postazione dava una risposta diversa. Infine l’ultima stanza riguardava la vita sulla galea.
strumenti per la navigazione strumenti per la navigazione
Il primo piano
In tutte queste stanze riguardavano il mare nei film, delle carte nautiche dell’epoca degli strumenti navali e sugli atlanti veri del 600′
Il secondo piano
Le stanze riguardavano su come si affrontavano le tempeste e poi c’è un brigantino di nome Anna. Nelle stanze successive ci sono molti strumenti per creare le navi, i tipi di scafo, naturalmente tutti i materiali che venivano utilizzati erano il legno. Infine addirittura a volte succedeva che quei macchinari venivano attivati da corde e funi.
Il terzo piano
Questo piano riguardava l’emigrazione, e anche un addetto ha dato un passaporto e un visto che se inseriti in apposite fessure le postazioni multimediali dedicate si attivavano. Il viaggio iniziava con il controllo del passaporto da una postazione. Poi si saliva su una riproduzione di una parte di nave dove c’è la stanza dei letti, la mensa e poi c’è una parte che però era in restauro. Dopo la nave si entrava in un quartiere artificiale dove potevi ascoltare con una specie di telefono i racconti di alcune persone reali che sono immigrati.
Infine per finire il tuo viaggio dovevi fare il test di intelligenza e il test finale in cui siamo stati espulsi (il nostro avatar si chiamava Antonio Tomba). La penultima stanza ci sono due simulatori di nave: la versione brigantino, la versione moderna dove potevi scegliere anche la nave: il rimorchiatore, il peschereccio e la nave da trasporto. L’ultima stanza ci sono delle repliche in scala di sottomarini esistenti e poi c’è una zona dove tu sei in un sottomarino, che era come una cupola allungata dove all’interno c’è un sacco di postazioni-giochi, che, si attivavano con una matricola, che il personale ci ha dato a me e a Filippo, mentre che papà riceveva il passaporto.
Il quarto piano
In questo piano c’è una mostra Sul Andrea Doria una nave che affondo dopo uno scontro con un altra nave. La mostra era inclinata con la stessa angolazione della nave dopo il 30° minuto, e poi in un modello di inclinazione al 60° minuto: era così inclinato che per entrarci si doveva faticare molto ed era molto difficile anche stare in piedi. Infine c’è una terrazza panoramica dove in dei “quadri” di vetro potevi col cellulare vedere dei monumenti di Genova.
Il sottomarino (la prima parte)
Dopo aver visto tutti i piani siamo scesi e ci siamo diretti verso la biglietteria per farci dare i caschi. Così siamo arrivati abbiamo indossato una specie di cuffietta sotto il casco e ci siamo diretti verso il sottomarino. Io pensavo che non fosse in acqua ma invece era un po’ immerso. L’entrata è stretta e anche il suo interno è stretto, la prima cosa che abbiamo visto è stata la zona dei quadri elettrici: è pieno di bottoni, radar, sonar e di levette. Dopo siamo entrati nella zona dei motori termici, lì c’è un gran fracasso; i motori erano lunghi come tutta la stanza. Dopo i motori abbiamo visto gli alloggi con dei bagni molto piccoli e come letti delle cuccette, si vedeva pure la mensa ma non si ci poteva entrare ma si sentivano rumori di persone che parlavano (un effetto sonoro).
Il sottomarino (la seconda parte)
Successivamente c’è la cabina di comando con un volante e altre apparecchiature per direzionare il sottomarino e infine c’è pure un periscopio funzionante (addirittura o visto una persona che camminava. Dopodiché c’è l’alloggio del comandante che aveva un vero letto. Per ultima cosa abbiamo visto la camera per il lancio dei missili dove c’è un vero missile appoggiato su un apposito supporto. Infine siamo usciti da quel sottomarino, abbiamo restituito i caschi e abbiamo comprato un poncio per papà e Filippo. Cosi in fretta e furia siamo tornati in macchina (stavamo andando di fretta perché pioveva) e così finisce questa visita in questo splendido museo.
Valutazione personale
Questo museo mi è piaciuto molto perché pieno di attività e di giochi, e adatto anche ai bambini sia piccoli sia agli adulti. Poi mi è piaciuto anche per le innumerevoli scenografie e per il sommergibile. Ve lo consiglio.
Se volete vedere la visita al museo delle scienze e tecnica di Leonardo Da Vinci cliccate QUI
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